Diario di Bordo

La giornata è stata terribile. Sono arrivata in Sicilia dopo un viaggio interminabile. Il mare a un certo punto era diventato burrascoso e ho temuto il peggio. Abbiamo incrociato un barcone pieno zeppo di persone. Erano immigrati. Il comandante li ha soccorsi in mare perché rischiavano di morire affogati. Li abbiamo aiutati a salire. A me la cosa ha colpito. Mi chiedevo se nel mio viso era visibile la stessa paura che vedevo nel loro. Non ho mai visto una cosa del genere. Ne avevo sentito parlare. Ma così da vicino. Credetemi è una cosa orribile.

Mentre aiutavo i marinai a portare coperte calde e acqua ho chiesto a un tunisino che parlava italiano, come mai stesse venendo in un paese da quale, io (questo non gliel’ho detto) fuggivo. Mi ha risposto che faceva la guida turistica e aveva provato a entrare in Europa da tanti anni. Ne aveva appena 18, a che età aveva iniziato? Mi ha chiesto cosa ci facevo, io una donna sola, su quella nave. Non gli ho parlato del mio viaggio. Non avrebbe capito. Lui fuggiva dalla fame, io dalla miseria sociale del mio paese. Guardandolo negli occhi ho pregato che non incontrasse quella stessa miseria. Che forse ti porta soldi e vestiti firmati ma che ti uccide peggio dei bombardamenti. Ho pregato che incontrasse un po’ di umanità. Ma sapevo che una volta messo piede sulla terra i suoi sogni si sarebbero infranti. E anche lui sarebbe diventato carnefice e martire della stessa miseria.

Posso parlare in questo modo? È giusto il mio pensiero? Ognuno sceglie per la sua vita, ma sono convinta che il destino di questo giovane sia legato al mio. Avrei voluto metterlo in guardia. Contro se stesso, contro la malattia del denaro. E alla fine non l’ho fatto. Era stanco, affamato, come una madre gli ho accarezzato i capelli e stavo per andarmene quando istintivamente mi sono girata e gli ho chiesto se conosceva Thoth. Non ha risposto. Dall’altro lato un uomo anziano si è avvicinato. Purtroppo non parlavo la sua lingua e non capivo cosa volesse dirmi. Così mi ha preso la mano e mi ha messo un foglio di carta che teneva in tasca. E’ la strada per Thoth!

Assurdo, voi non ci crederete, ma quando ho rialzato gli occhi, lui era sparito. Non sono riuscita a trovarlo. Poi la nave è attraccata e come tanti schiavi siamo scesi sulla terra ferma. Adesso sono in un bar ho un appuntamento virtuale con mino255, gli parlerò anche della cartina. Anzi, appena posso la posto proprio qui.

Alla prossima!