Era da qualche tempo che avevo l’intenzione di pubblicare un piccolo romanzo a puntate. La storia mi venne in mente tanto tempo fa quando in preda ad una crisi di coscienza non sapevo più cosa fare della mia vita. Essere o non essere? direbbe Amleto; e lo disse anche Eden che alla fine optò per Essere. Bene, la storia è la cronaca di un viaggio al contrario. Una donna, che vive in un paese ricco e libero, decide di raggiungere un’isola chiamata Thoth. Per farlo sarà costretta ad attraversare zone in guerra e solo a piedi perché…
ps: ogni lunedì posterò una nuova puntata!
Dal blog ‘Diario di bordo’
Viaggio verso Thoth
Italia, anno 2011
Oggi mi sono svegliata con una gran voglia di partire. Stanca di continui ripensamenti e data la mia età non certo frizzante credo che sia giunto il momento di lasciare tutte queste cose: la mia casa; la mia macchina; i miei libri; e andare via. Ho scoperto che esiste un’isola che accoglie tutte le persone come me. Quelle stanche di un occidente in delirio di onnipotenza e un oriente in balia di un Dio che non conosco. Ma quale Dio chiede ai suoi figli di odiarsi. Di amarlo incondizionatamente. L’amore è libertà. Constatazioni folli le mie? Sta di fatto che questa mattina ho lasciato tutti. Con un saluto veloce e un sms plurimo ho raggiunto quei quattro amici che potevano impedirmi di partire con un semplice sguardo. Tutti a chiedermi dove volevo andare.
Ma come faccio a spiegare che l’isola di Thoth l’ho scoperta per caso in un piccolo commento su un forum sperduto nel web. Un certo mino255 dice che esiste un’isola dove si vive benissimo. Hanno la felicità inserita nella Costituzione. La gente vive tranquillamente e le banche hanno gli sportelli sempre aperti. Ho contattato subito mino255 e gli ho chiesto spiegazioni. Lui è stato molto gentile. Mi ha fatto vedere le foto dell’isola e della sua famiglia. Conosce l’italiano perché è stato nel nostro paese per qualche tempo. Non gli ho chiesto perché se n’è andato, ma lo farò la prossima volta che ci leggeremo. Sarà la mia guida. Vi terrò informati su mino255.
La strada che porta a Thoth è molto dura. Bisogna passare per paesi in guerra e c’è il rischio che mi prenda una malattia o peggio. Gli aerei non atterrano a Thoth; non c’è un aeroporto e l’isola si sposta in virtù di qualche principio aerodinamico che non conosco. Mi informerò. Bisogna andarci a piedi e chiedere a qualche nave di imbarcarti. Lo so cosa pensate: su internet si nascondono psicopatici deliranti dietro ogni pagina. Fossi matta anch’io? 🙂
Ieri ho prelevato i miei soldi in banca. All’uscita ho riflettuto sul fatto che stavo lasciando l’Italia senza lo stralcio di un contratto di lavoro da firmare e con una manciata di quattrini come compenso per anni di lavoro a nero. I miei genitori l’hanno presa bene. Secondo me non hanno capito molto, forse credono che Thoth faccia parte di uno di quei paesini del novarese dove abitano i miei zii. Emigrata al Nord in cerca di lavoro. Invece stavo emigrando al Sud in cerca… in cerca… di non so cosa.
Bene, il viaggio parte da qui. Sono sul molo e sto per imbarcarmi. Niente aerei e niente treni, mi ha ribadito mino255. A quanto pare il consolato per i rifugiati occidentali è molto rigido. Ho una strana carta me l’ha spedita per email la mia guida di chat. È una carta di imbarco strana. Devo raggiungere alcuni posti (ve li dirò poi i nomi delle città) e devono metterci un timbro. Una specie di U rovesciata. Se avrò tutte queste U mi fanno passare. La U la danno solo a chi viaggia a piedi. Confido molto sulle mie scarpe!
Ammetto di avere paura. Ormai non posso tirarmi più indietro. Il dado è tratto, disse Cesare, e se lo ha detto lui io taccio. Speriamo che questa avventura non sia un partita coi dadi truccati. Capirete la difficoltà! Sta arrivando la nave per la Sicilia. Da lì m’imbarcherò per l’Africa. Per adesso chiudo. Vi scriverò presto.
Ciaooooo
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