IMMAGINAZIONE COME SE PIOVESSE

Oggi ci soffermeremo sulla nostra creatività. Sulla capacità illimitata, che per natura, tutti noi possediamo; quella di creare partendo dal nulla. Cercheremo di raccontare cose viste o vissute e posti o personaggi del tutto immaginari. Rimango sempre stupita dalla grande potenzialità della scrittura; e dalla capacità umana di far sorgere da un deserto le più belle ninfee. Mi limiterò a parlare poco e ascoltare di più le vostre storie.

Esperimento n. 01
Scegliete un nome proprio di persona, un luogo, un periodo storico (anche l’anno di riferimento va bene) e un verbo. Scriveteli su un pezzetto di carta e mettetelo in una di quelle buste usate per l’estrazione dei numeri nel gioco del lotto. Un volontario procederà ad estrarre quattro bigliettini; si riprovi fino a quando non abbiamo quattro biglietti, ciascuno con un nome, un luogo, un tempo e un verbo. Con questi ingredienti fra le mani provate a creare una storia. Una bella storia romantica o di horror o sexy. Tutto vi porterà al vostro stato emozionale. Un altro piccolo modo per capire qualche cosa in più di noi. Mancavo di dirvi che la storia ha un incipit. Ho pensato a questo: “E’ successo davanti ai miei occhi. Ero lì quando…”.

ESERCIZI DI STILE

Un comune episodio di vita quotidiana può essere scritto in tantissimi modi differenti; ognuno ha uno stile personale e un genere diverso. Giocando con sostituzioni lessicali, frantumando la sintassi e giocando con l’ordine delle parole si possono ottenere testi totalmente diversi gli uni dagli altri. È quello che fa Raymond Queneau, uno scrittore francese vissuto nella prima metà del Novecento. Nel suo libro ‘Esercizi di stile’ prende un racconto banale e lo trasforma utilizzando per ogni versione uno stile, una figura retorica, un genere diverso. E così la stessa storia è raccontata in maniera nuova e inaspettata ogni volta.

Esperimento n. 02
Passiamo da semplici annotazioni riportate sul quaderno e relative a un fatto, diremo, banale – anche se nella mente di uno scrittore nessun fatto è banale – per poi trasformarlo in un componimento da cui emerge un aspetto di ‘sorpresa’ della situazione.

Brano originale
Sulla S, in un’ora di traffico. Un tipo di circa ventisei anni, cappello floscio con una cordicella al posto del nastro, collo troppo lungo, come se glielo avessero tirato. La gente scende. Il tizio in questione si arrabbia con un vicino. Gli rimprovera di spingerlo ogni volta che passa qualcuno. Tono lamentoso, con pretese di cattiveria. Non appena vede un posto libero, vi si butta. Due ore più tardi lo incontro alla Cour de Rome, davanti alla Gare Saint-Lazare. È con un amico che gli dice: “Dovresti far mettere un bottone in più al soprabito.” Gli fa vedere dove (alla sciancratura) e perché.

Sorpresa
Com’eravamo schiacciati su quella piattaforma! E come non era ridicolo e vanesio quel ragazzo! E che ti fa? Non si mette a discutere con un poveretto che – sai la pretesa, il giovinastro! – lo avrebbe spinto? E non ti escogita niente po po’ di meno che andar svelto a occupare un posto libero? Invece di lasciarlo a una signora! Due ore dopo, indovinate chi ti incontro davanti alla Gare Saint-Lazare? Ve la do a mille da indovinare! Ma proprio lui, il bellimbusto! Che si faceva dar consigli di moda! Da un amico! Stento ancora a crederci!