CI SONO DELLE REGOLE PER SCRIVERE UN RACCONTO?

Con molta probabilità se ci sono delle regole personalmente non le conosco, però è assurdo pensare che un minimo di disciplina alla base di un racconto non ci sia. Come attenta lettrice ho segnato alcuni consigli presi un po’ ovunque nei più classici dei libri:

– un racconto deve avere un INIZIO uno SVILUPPO e una FINE;
– bisogna avere chiaro, anche se per sommi capi, qual è il soggetto del nostro racconto;
– delineare i protagonisti;
– far vivere i nostri attori e farli agire. L’azione in un racconto di narrativa è importante. Lunghe e bellissime descrizioni possono piacere ma stancano. Un modo per far allontanare il lettore è propinargli pagine e pagine dove non succede mai nulla;
– dare risalto ai particolari;
– non parlare di compassione con la compassione; ma dare corpo e sostanza alla stessa; con l’uso di semplici dialoghi fra i protagonisti possono uscire fuori più sfumature caratteriali che scrivendo: Giovanni era un uomo superbo. La superbia può essere dedotta dal lettore proprio da come si comporta il personaggio;
– un finale non scontato.

In poche parole in un racconto ci deve essere movimento.

“Nel racconto non va tralasciato nulla di essenziale al nucleo della storia. L’intera azione deve essere adeguatamente motivata, e dotata di un inizio, uno sviluppo e una fine, benché non necessariamente in quest’ordine. Secondo me, molti decidono di mettersi a scrivere racconti perché sono brevi, e brevi in tutti i sensi del termine. Credono che un racconto consista in un’azione incompiuta nella quale poco viene rivelato e molto suggerito, convinti che suggerire significhi omettere. E’ difficilissimo distogliere uno studente da questa idea, perché s’immagina che omettendo qualcosa si dimostrerà sottile; e quando gli vai a dire che una cosa bisogna mettercela dentro, perché ci sia, quello penserà che sei un idiota privo di sensibilità”. F. O’Connor

DAMMI LE BATTUTE E TI SCRIVO UN RACCONTO

Più volte abbiamo detto delle grandi possibilità che la creatività umana possiede. Già il fatto che non esista una sola storia ma infinite storie, quante la nostra immaginazione ci detta, si presta a riflessione. Il concorso per cortometraggi “Raccontalo a modo tuo” indetto dalla Philips, poco tempo fa, è stato un altro esempio di questo modo di vedere. Partendo unicamente da sei battute

– Cos’è quello?
– È un unicorno.
– Non ne avevo mai visto uno così da vicino, prima d’ora.
– È bellissimo.
– Via, via.
– Mi dispiace

gli aspiranti registi si sono affrontati sul terreno di gioco della fantasia. Il risultato? Incredibile. Immaginate quante storie sono nate. Facendo piccoli calcoli quasi seicento, quanto i partecipanti. A Ridley Scott è piaciuto il cortometraggio ‘Porcelain Unicorn‘ del regista americano Keegan Wilcox, salito di diritto sullo scalino più alto del podio. Molto bello, lo ammetto.

Esperimento n. 01
Prendendo in prestito il concept del concorso proviamo a scrivere un racconto breve partendo da quelle sei battute.