Non so raccontarvi esattamente chi fosse “Bradipo Nicola”, perché la sua vita è incerta e si perde nella memoria dei ricordi. Di lui non si sa niente, eccetto che viveva in una casetta sul mare e andava pazzo per le brioche al cioccolato.

Chi l’ha conosciuto da vicino racconta storie strane e bizzarre che lo riguardano. Un po’ come questa che sto per narrarvi.

Di lui posso dire con esattezza che amava la tranquillità e il riposo, ma soprattutto possedeva uno stile di vita molto particolare: la lentezza.

Mangiava lentamente. Camminava lentamente. E, soprattutto, pensava lentamente.

Anche la sua nascita era avvenuta allo stesso modo.

Sua madre, pensate, partorì tranquillamente dopo 13 mesi, sotto gli occhi increduli di parenti e amici.

E quando venne al mondo, Bradipo Nicola ci mise due giorni prima di decidere di strillare.

“È fatto così mio figlio. Ha i suoi tempi” – disse la mamma a uno staff di medici venuti da lontano per studiare il fenomeno.

Il piccolo fanciullo crebbe così circondato da tanto amore e affetto. Il suo motto era: perché girare il mondo, se il mondo già gira su stesso?

Questo è tutto ciò che si sa del suo passato.

Un giorno Bradipo Nicola si recò in spiaggia. Il tempo era bello, il sole era soffice e lui, voleva pescare.

La cosa sembrava paradossale perché fino ad ora i pesci li aveva visti solo in un piatto di portata, magari conditi con qualche strana salsa e di loro non sapeva assolutamente nulla.

L’idea di andare a pescare gli venne il dì addietro quando sul viottolo di casa aveva incontrato Millo il pescatore.

Animale solitario Millo un po’ scontroso, riluttante a parlare, ma con un gran cuore.

Quel giorno però era particolarmente felice. Mostrava orgogliosamente a tutti coloro che incontrava il paniere pieno zeppo di pesci che teneva avvinghiato a sè.

Li aveva pescati sulla riva del mare poco prima, e adesso andava da Zio Peppino, il titolare dell’unica osteria del paese, a vedere se li voleva comprare.

Fu in quel momento che al Bradipo Nicola gli venne in mente un’idea: perché non imbracciare una canna e aizzare a bordo un esemplare mai pescato prima?

I suoi occhi brillarono e la sua fantasia incominciò a volare. Perché, dovete sapere, che Bradipo Nicola era un fantasioso. Bastava un non nulla per teletrasportarlo in un mondo sconosciuto. E non faccio fatica a immaginare che in quell’istante in una parte ben nascosta della sua mente si vedeva rilasciare interviste o farsi fotografare accanto al pesce maledetto. Una creatura tanto strana che neanche la natura avrebbe potuto crearla.

Sulla spiaggia Bradipo Nicola si recò senza nessun arnese del mestiere, perché in tutta la sua vita non aveva mai pescato, e non sapeva nemmeno cosa gli servisse.

Ma di ciò non se ne curava affatto. In fondo seguiva sempre l’istinto.

E ogni volta che voleva realizzare un desiderio, usava una tecnica insegnatagli da un monaco sufi di passaggio per la città.

Bastava chiudere gli occhi, visualizzare l’oggetto del desiderio e come per incanto questo era lì a portata di mano. Magari, non proprio quello immaginato, ma molto, molto simile.

Quel giorno così fece e quando aprì gli occhi, a destra c’era una canna di bambù e alla sua sinistra un filo di nylon lasciato chissà da chi.

Fece un buchetto nella canna, prese una briciola di brioshe (sua immancabile amica) e voilà la canna da pesca era fatta.

Si guardò in giro per cercare la posizione migliore.

Da lontano vide uno scoglio adatto per la sua pesca, e così lo raggiunse.

Si posizionò ben bene, e lanciò la canna.

Passarono i minuti, ma di pesci nemmeno l’ombra.

Ecco allora balenargli un’idea. Perché non trasformarsi interamente in esca?

Prese la canna. Arrotolò il filo intorno alla vita. Mise la brioche in bocca, e si trasformò nel più perfetto degli ami viventi.

Splash! fece l’acqua quando Bradipo Nicola si tuffò deciso.

Giù, nelle profondità marine, vide cose spettacolari.

Sirene e pesci di ogni dimensione. Balene e tartarughe giganti. Addirittura locali e trattorie dove mangiare.

Nel suo navigare incontrò un pesce palla che soffriva di aereofagia, un capodoglio sempre col mal di testa e tante creature strane e buffe.

Alcuni pesci erano pagliacci. Altri seri e con la puzza sotto il naso. Ma solo uno di loro, catturò la sua attenzione. Un tenero cavalluccio marino che insegnava ai suoi piccoli come abbandonarsi alle correnti marine per non perdere la bussola.

Tutti in fila imparavano ad ondeggiare. A Farsi trasportare. A rilassarsi.

“Lasciali dove sono”, gli sussurrava la mente. E così Bradipo Nicola, abbagliato da tutto quello splendore, decise di non pescare più.

E andò via, lentamente.

Molto lentamente.

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