Che fatica essere una penna! Tutta la giornata a scrivere.
Poi Lui non è mai contento, cancella, fa scarabocchi, riscrive.
Non potete capire. Nessuno può capirmi.
La mia vita è difficile.
Quando pensi che la giornata sia finita, Lui arriva e ricomincia da capo.
E scrive, scrive, scrive…è un fiume in piena. Sembra sia l’effetto dell’ispirazione.
Mi piacerebbe sapere cosa ha da creare.
Lo so, lo so non mi fa onore quello che sto per dire, però che posso farci se non so leggere. Sono nata per scrivere: è il mio compito.
All’inizio facevo solo scarabocchi, al massimo delle croci.
Un giorno però mi portarono via.
Ero un regalo. Così ha detto la Tizia mentre Lui mi scartava.
Vidi la luce solo il tempo necessario per essere ammirata, poi di nuovo l’oscurità.
Mi sembrava bello il buio. Riposo. Tranquillità…un po’ di noia.
Finché un giorno Lui si accorse di me e, spogliandomi del cappuccio, rividi la luce.
Tanta luce…troppa luce.
Tutto quel bagliore non mi faceva scendere l’inchiostro per l’emozione.
Poi si fa l’abitudine e non te ne accorgi più.
Lui aveva molte cose da dire. Era ingordo di parole. Scriveva senza limiti.
Lo vedevo felice, almeno così sembrava.
Io, mi sentivo orgogliosa. Sapete com’è…Lui è uno che conta…così anch’io mi sentivo una penna che contava.
Però non ero contenta. Mi infastidiva non sapere a cosa stessi partecipando.
Magari parlava d’amore, forse inventava un romanzo. Mah!
Voi non ci crederete, ma un giorno decisi di imparare a leggere.
Una volta avevo sentito di una penna straniera che lo avesse fatto.
Mentre pensavo a come procedere. Incappai nel libro di grammatica che Lui tiene sempre sulla scrivania e incominciai a sfogliarlo.
Imparai le lettere dell’alfabeto: a..A..b…B…
E così mentre il Tizio mi usava, io usavo Lui.
E scoprii com’è bello ondeggiare sulle linee curve. Irrigidirsi sulle rette. Riposare nelle virgole e sospirare sui sospensivi.
Imparai la punteggiatura, il virgolettato, le parentesi.
Che bella invenzione le parentesi. L’arte intera rinchiusa fra due curve.
Ci volle un po’ di tempo, ma finalmente conobbi le parole.
Leggevo intere frasi, come ad esempio…lui disse, lei rispose. Cosa?…Chi?… Entrò all’improvviso…Amoreee…
Che bello sapevo leggere!
Un giorno Lui firmò: Nome Cognome.
E in quell’istante sentii di non essere più una semplice penna.