La cercavo da tantissimo tempo e finalmente l’ho trovata. Mi chiamava da una coltre di cianfrusaglie e polvere sedimentata. Dietro uno scaffale di un vecchio mercatino delle cose usate. Quando ho scorto quei tasti neri e pesanti, ho sentito il mio cuore battere a ritmo di steneotipista. La mia Lettera 22 della Olivetti.

È praticamente nuova e l’ho pagata pochissimo, esattamente quanto avevo nel mio portafoglio: 15 euro! Era un mio desiderio da quando ho saputo che giornalisti e scrittori del calibro di Indro Montanelli la usavano. C’è stata una certa difficoltà ad abituarmi a quei pesi da schiacciare. In confronto quelli del mio piccolo portatile sono piume leggiadre. Però notavo quanto fosse bello scrivere come una volta. Mettersi alla scrivania e pensare e pensare e pensare prima di decidere a battere i tasti. Perché non è come col Pc che torni indietro mentre cambi idea. Tutto rimane fisso e suggellato. Le parole hanno più peso. Sono dosate al milligrammo.

Così mi sono ricordata di quando, piccola, mia sorella grande ne aveva una simile e la usavo per scrivere le mie prime poesie. O addirittura il mio primo giornalino. Dove da redattrice, corretrice di bozze, impaginatrice e direttrice (troppe TRICI!) mi cimentavo con la scrittura. Allora aprivo con la poesia di Cardarelli, oggi sarà perché l’Olivetti mi ha stregato voglio partire la giornata con una poesia di Hermann Hesse:

Essere felici

Non esiste alcun dovere della vita,
vi è solo il dovere dell’essere felici.
Per questo solo, noi siamo al mondo,
e con tutti i doveri
e con tutta la morale
e con tutti i comandamenti
difficilmente ci si rende felici l’un l’altro,
perché non si rende felici se stessi.

Se l’uomo può essere buono,
lo può essere solo
se egli è felice,
se egli ha in se stesso armonia,
quindi se egli ama.
Questo è stato l’insegnamento,
il solo insegnamento del mondo;
Questo diceva Gesù,
questo diceva Budda,
questo diceva Hegel.

Per ognuno l’unica cosa importante al mondo è:
la propria interiorità
la propria anima
la propria capacità di amare.
Se queste sono in ordine
si possono mangiare miglio o dolci,
portare stracci o gioielli.
Allora il mondo risuonerà chiaramente con l’anima,
tutto è buono,
tutto è in ordine.