La fiaba
Fantasia e immaginazione sono le uniche cose che il mondo globalizzato fa fatica a uniformare. Perché fanno parte di quel mondo interiore, ricco e vario, che nessuno possiede allo stesso modo. Provate ad esempio a guardare le nuvole. Ci sarà chi in quei batuffoli di acqua e vapore vedrà la forma di un animale, chi quella di un oggetto e chi (per fortuna non è il caso nostro) non vedrà assolutamente nulla.
Partendo da questo presupposto oggi vorrei parlare di un tema – secondo me – davvero interessante: come creare una fiaba.
Wikipedia nel dare il significato fa un’importante distinzione fra fiaba e favola:
la fiaba è una narrazione originaria della tradizione popolare, caratterizzata da racconti medio-brevi e centrati su avvenimenti e personaggi fantastici (fate, orchi, giganti e così via) coinvolti in storie con a volte un sottinteso intento formativo o di crescita morale. Nonostante la tendenza generalizzata a considerare la fiaba e la favola come la stessa cosa ed i due termini sinonimi, si tratta invece di generi ben distinti. La favola è un componimento estremamente corto, i protagonisti sono in genere animali dal comportamento antropomorfizzato o esseri inanimati, la trama è condensata in avvenimenti semplici e veloci, ed infine l’intento allegorico e morale è molto esplicito, a volta indicato dall’autore stesso come postilla al testo; l’elemento distintivo principale è però la presenza dell’elemento fantastico, caratteristica peculiare della fiaba e completamente assente nella favola, basata invece su canoni realistici.
Differenze tra fiaba e favola (fonte skuola.tiscali.it)
Favola |
Fiaba |
a) Protagonisti: animali umanizzati parlanti (scarsa o nulla la presenza umana). b) Rappresentazione allegorica della natura umana, con i suoi vizi (soprattutto) e le sue virtù. c) Visione conservatrice della società. d) Ogni favola, soprattutto quella antica, è percorsa da una vena pessimistica. e) Luoghi: corrispondono spesso alla realtà e fanno da cornice al racconto, non suscitano emozioni come nelle fiabe. f) Caratteristica principale: ha sempre una morale ben espressa o comunque comprensibile, all’inizio o alla fine del testo. g) Scopo principale: attraverso l’ironia, spesso il narratore denuncia ingiustizie sociali, ridicolizza i difetti degli uomini, ne critica i vizi.
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a) Protagonisti: re, regine, principi e principesse, ma anche personaggi semplici e quotidiani, folletti, maghi, orchi, streghe, fate … b) Rappresentazione della memoria collettiva di un gruppo sociale: credenze delle società primitive sul carattere magico-fantastico dei fenomeni naturali; riti di passaggio dalla fanciullezza alla giovinezza (riti di iniziazione): si pensi a Pollicino o Biancaneve nel bosco oscuro. Superare le prove significa diventare maturi. c) Visione conservatrice della società. d) Ogni fiaba ha caratteristiche costanti (descritte dallo studioso russo Vladimir Propp). e) Luoghi: castelli, boschi posti incantati, regni … Suscitano emozioni e sensazioni f) Caratteristica principale: ha sempre un lieto fine. Vincono sempre i buoni (tranne rari casi) e ciò invita alla bontà, alla correttezza nei rapporti, a mantener fede alla parola data perché si viene sempre ricompensati. Visione ottimistica della vita g) scopo principale: intrattenere, divertire, far sognare e dare anche insegnamenti di vita al piccolo ascoltatore. |
Le più belle fiabe dei fratelli Grimm | L e più belle favole di Esopo |
cappuccetto rosso
cenerentola Hansel e Gretel Pollicino Raperonzolo Biancaneve |
Tra il dire e il fare…
Il leone e il topo La gallina dalle uova d’oro La lepre e la tartaruga Il corvo e la volpe La volpe e il leone |
Esempio di favola
TRA IL DIRE e IL FARE…
Un giorno i topi si riunirono a congresso per escogitare il modo di sfuggire all’orribile gatto che abitava nel loro stesso appartamento.
Ad un tratto un giovane topolino esclamò: – Vi dirò io che cosa dobbiamo fare…una cosa semplice: attaccare un campanello alla coda del gatto. Quando si muoverà, il campanello suonerà e noi sapremo dov’è la bestiaccia. –
I topi si misero a strillare saltellando di gioia finché un vecchio topone domandò: – E chi andrà ad attaccare il campanello? –
Tutti tacquero. Nessuno dei topi era disposto a tentare l’impresa.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.
SCHEMA PER CREARE UNA FIABA
Parte iniziale | luogo
tempo protagonista antagonista
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Parte centrale | il protagonista incontra delle difficoltà (problema)
cosa gli combina l’antagonista di solito il protagonista parte (fa un viaggio) oppure deve superare delle prove durante il suo viaggio incontra amici che lo aiuteranno (fate, animali, persone…)
sviluppa la vicenda
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Parte finale | il protagonista supera tutte le prove
ritorna per sconfiggere il cattivo l’antagonista è battuto
lieto fine
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Esperimento n. 01
Rileggete una fiaba (quella che più vi piace) e provate a riscriverla utilizzando però un linguaggio più moderno. Inserite oggetti e cose moderne: cellulari, palmari, tv… Insomma, ne deve uscire una favola moderna e simpatica.
Esperimento n. 02
Utilizzando lo schema sopra provate a scrivere una fiaba. Divertitevi e lasciate che l’immaginazione si liberi felice.
Esperimento n. 03
Questa volta lavoreremo in gruppo. Considerate sempre lo schema sopra e provate a scrivere una fiaba da queste parole: lago, re bugiardo, penna magica, pianoforte. Prendete un foglio bianco dividetelo in tre sezioni: parte iniziale I parte centrale I parte finale. Incominciate a scrivere la parte iniziale e fatelo per 10-15 min in maniera continua. Una volta finita la parte iniziale passate il vostro foglio al vostro vicino di penna e prendete quello che vi viene dato. Scrivete per 10-15 min la parte centrale. Scambiatevi di nuovo il foglio e concludete con la parte finale. Avrete una fiaba scritta a più mani. Chiamasi creatività di gruppo.
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