Quella lettera era stata una partecipazione di gruppo e quando arrivò il momento di stamparla quel piccolo refuso, ridondanza della parola AREE, ci era proprio sfuggito. Dapprima il foglio venne visionato dal copy, poi fu il momento del correttore di bozze infine arrivò il turno del grafico.
“Guarda. Controlla. Leggi.”
Niente, il refuso non appariva.
“Ma il cliente dice che il refuso c’è?”
“Si sbaglia”.
Lo avvisammo per email. E lui, preciso, rispose con tanto di locandina allegata, col refuso incorniciato in blu. Era lì, il doppione della parola AREE. Era accanto alla sua gemella. Due bellissime AREE AREE. Sarà stato il nostro amore o qualche altro buon sentimento. Ma quel cucciolo di nome era stata una svista. Lo psicologo argomentò una tesi per cui inconsciamente ci sembrava brutto cancellarlo. Per noi quel refuso con le sue vocali spaziose e arieggianti esisteva. Ma al cliente il refuso non piaceva. E nemmeno la tesi dello psicologo. Così una volta evidenziato, AREE venne spedito nel cestino, con il famoso tasto Canc.