Mi chiedi di scegliere Dio,
lo fai attraverso il fluire di un fiume
impetuoso – mosso – ricco di forza.
La sponda è lontana da me, e tu lo sai.
Perché rendi la vita di questa tua creatura
più dura di questo sasso dove siede perplessa?
Certo, potrei tuffarmi
e capire se sono capace di nuotare
o, magari, rimanere seduta
ad aspettare che il fiume calmi la sua furia.
Credo però che queste acque
non smuoveranno il loro corso,
che sarò costretta a farlo io.
Allora ti chiedo di sorreggermi
quando la gola sarà impregnata di lacrime
e i miei occhi lontani dall’essere asciutti.
Se questa è la strada che abbiamo scelto per me,
allora ti chiedo di accompagnarmi.
Tu dici che sono capace
che il mio corpo è forte
e la mia anima ardente.
Io, mi sento inerme
e non vedo queste capacità.
Prendimi la mano, quando lo farò,
perché non posso rammaricarmi di nulla
se tu sei al mio fianco.
E tu sei Dio.