Le pagine del mattino sono uno splendido esercizio di scrittura creativa ideato da J. Cameron nel suo più famoso libro La via dell’artista. Era da un po’ che le avevo dimenticate. La mattina mi metto subito alla scrivania a lavorare e divento cieca davanti alle parole che escono dalla mia mente. Così quella creatività che rende più leggero un testo e libera la scrittura assonnata dalla lunga notte, rimane bloccata. Iniziare di nuovo, dopo un po’ di tempo che non ripiegavo più su questo esperimento di creatività, non è stato semplice. Come se mi fossi alquanto irrugginita, poi superando il blocco dello scrittore, se così vogliano definirlo, mi sono lasciata andare. Il difficile è smettere di scrivere. D’altronde quando si scopre la nutella come si fa a resisterle, scommettiamo?

Esercizio di scrittura creativa: la mia pagina del mattino

Senza pensare alla punteggiatura, a cosa scrivere e come a scriverlo meglio, prendete carta e penna o aprite word sul vostro computer e incominciate a scrivere. Liberate le parole, che siano parole in libertà, come diceva Marinetti. E fatelo per una decina o più di minuti. Ecco, dopo esservi sfogati potete cominciare la vostra giornata, magari sentendovi un po’ più leggeri. Non preoccupatevi se non vi viene nulla, a chi dovete dar conto, o se scrivete sciocchezze. Abbiamo imparato che dentro un testo all’apparenza banale c’è sempre uno spunto su cui iniziare, una frase che sa di verità. Da me, questa mattina piove incessantemente, e come non rispondere al richiamo di questa pioggia?

Guardando dalla finestra la pioggia che cade

La pioggia sembra non avere compromessi. Bagna chiunque incontri e lo fa con forza e irruenza, stamattina. Crede che l’uomo non possa capirla e per questo è arrabbiata. Ma non cerca vendetta, non vuol far del male a nessuno, cerca soltanto comprensione. Oggi è caduta come un fulmine, ha spostato le mie piccole piantine e risvegliato il mare. Non è una semplice pioggia, ma un piccolo vortice dispettoso. Ho provato a parlarle, a chiederle perché fosse così tormentata. Mi ha risposto con una scarica di vento, il mare si è agitato più di prima e se fossi stata in un paese esotico avrei pensato subito al peggio. Per fortuna che sono al riparo dentro la mia piccola casetta. Mi viene in mente che non sempre si trovano le parole giuste per comunicare la propria ansia. Anche la pioggia avrà i suoi momenti no, e se stesse urlando con qualcuno? Di certo non con me, non sono io il suo interlocutore, oggi. Il mare più di me la conosce. L’accoglie, la cinge e la rapisce. Quando le sue gocce s’immergono nel mare sono perse per sempre. Non è possibile più ritrovarle. Finiscono in quel tutt’uno di cui tanto parlano i poeti. In questo preciso momento sto assistendo ad un incontro d’amore tra pioggia e vento. Un vortice di passione e non di rabbia li travolge. Mi chiedo, è questo che si prova quando si ama senza riserve?