Fortunati sono, a mio parere, coloro che vivono secondo Serendipità. Quelli che cercando una cosa, o nulla in particolare, finiscono col fare scoperte inimmaginabili. La penicillina è un esempio che cade come il cacio sui maccheroni. Il suo scopritore Alexander Fleming la scovò solamente perché invece di buttare via una piastra di coltura piena di muffa, la usò per alcuni esperimenti.

Non capita tutti i giorni di fare scoperte di questo genere, ma nel nostro quotidiano spesso accadono cose inaspettate che ci cambiano la giornata, in positivo o in negativo, anche solo per pochi istanti. A questo punto suppongo che immaginiate di cosa scriveremo oggi… sì, proprio di Serendipità.

Proviamo a raccontare un fatto o una storia arrivata inaspettata mentre stavamo cercando altro. Le sensazioni provate sono serendipità. Perché vi propongo questo esercizio? Semplice, spesso dimentichiamo che la vita è una scoperta continua. Ci capita di essere tristi e di pensare che tutto vada per il verso sbagliato, eppure ci sono tante cose che ci hanno lasciato a bocca aperta; solo che non ce le ricordiamo. Lo premetto una mente curiosa è avvantaggiata, ma questo non impedisce a nessuno di avere i suoi momenti di serendipità.

Buona scrittura a tutti.

My Serendipity story

Era un giorno qualunque, di quelli un po’ inutili nel mezzo della settimana. Percorrevo, in macchina, la strada che da casa di mia sorella portava ai nostri genitori. Parlavamo del più e del meno: come-va-il-lavoro, ho-visto-quella-mia-amica-di-scuola… e tra un discorso e un altro guardavo dal finestrino il mondo. Le montagne, così vicine alla città, apparivano come un prolungamento di quella miseria sociale che vive borderline. L’arrivo della pioggia impregnò di grigio l’atmosfera di un luogo già cupo per natura. Mi dicevo di resistere, passato l’incrocio avrei rivisto le luci al neon del centro commerciale.

Ma lungo quella strada, percorsa innumerevoli volte, voltando per puro caso lo sguardo, vidi un tabernacolo in ceramica sul portone di un palazzo; raffigurava l’arcangelo Michele che sconfigge il male. Ma guarda un po’, dissi a mia sorella, sono passata davanti questa edicola votiva per anni e non mi sono mai accorta di questo altarino. Avevo scoperto un piccolo gioiello e trascinai lo stupore fino a casa, fino ad oggi che racconto una piccola serendipity story.