È strano come delle volte si riesca a scrivere meglio in situazioni di intimità con se stessi. Come se il nostro io più profondo fosse timido e avesse bisogno di coraggio per parlare. Perché dire le cose, anche solo pensarle in un determinato modo, non è così semplice, ci vuole coraggio.

Scrivendo non facciamo altro che dare parola a noi stessi. E siamo così abituati a non ascoltarci che quando capita di sentire l’ispirazione ci tappiamo le orecchie. Capita spesso anche a me. Proprio io che ho fatto della scrittura il mio cavallo di battaglia. E credo nella potenza della parola come strumento di aiuto ad anime timide e maltrattate.

Questo post è un pensiero. Un piccolo contributo sul perché scrivere fa bene. E quanto sia necessario sentirsi liberi nel mettere nero su bianco le nostre emozioni. Ma soprattutto coraggiosi, perché potremmo scrivere versi duri, inaspettati.

Scrivere non è una cosa innocua. Apre i cuori, la vista, l’udito, l’olfatto. Provate ad ascoltare questa lettera, letta dalla splendida voce di Arnoldo Foa. Chi l’ha scritta non era un poeta famoso, un grande romanziere. O uno sfornatore di best seller. Era uno come noi. Uno che scopre, in un frangente della sua vita, una verità bellissima. E cosa fa? Decide di scriverla. E lo fa nel modo più semplice, veloce e coraggioso che ci sia. Mettendo una parola davanti a un’altra e ad un’altra e ad un’altra… Perché per scrivere ci vuole coraggio. E anche a rivedere i propri errori ce ne vuole.

Buona scrittura a tutti