La storia di Samara si perde nel tempo dei ricordi, quando l’anima della donna discese per prima sulla Terra seguita da quella dell’uomo. Attardata sì, ma solo per pigrizia. All’epoca non esistevano differenze. L’uomo era amico della donna. E Samara di Boreslav.

Boreslav era un guerriero prode e generoso. La sua arma era la forza della pazienza. E armato, appunto, di pazienza risolveva conflitti e presenziava processi. La sua giustizia era conosciuta a tutti come “giusta”. Samara, invece, era una donna di tale bellezza che la luce del sole diventava tenebre al suo candore. La sua arma era il verbo. E con questo sulle labbra risolveva conflitti e presenziava processi. La sua giustizia era conosciuta a tutti come “giusta”.
Samara amava Boreslav.

I due vivevano insieme con tutta la felicità che la loro compagnia era in grado di offrire. Ma un giorno cambiò qualcosa. L’arrivo di un cavaliere a cavallo portò con sé una maledizione. L’uomo, forse, inconsapevole del suo destino incrociò la sguardo prima di Samara e poi di Boreslav. Bastò quella luce negli occhi a spostare l’equilibrio. Boreslav andò a dormire con lo sguardo del cavaliere a cavallo su Samara nella mente. Samara andò a dormire con lo sguardo di Boreslav sul cavaliere a cavallo nella mente.

Non ci è dato sapere cosa successe quella notte, ma il mattino seguente Samara e Boreslav erano diversi. Samara non presenziava più i processi e Boreslav non era più tanto paziente. Una sera si presentò con una cordicella invisibile. A Samara disse che si trattava di un dono d’amore, e lei lo accettò con una stretta al cuore. Che Samara sapesse il suo destino?

Sta di fatto che da quel momento l’amore fra Boreslav e Samara crebbe ancor di più. Ma non era lo stesso amore di prima. Samara e Boreslav si amavano di un amore malato. La cordicella invisibile portata al piede di Samara le impediva di muoversi liberamente. E anche il suo verbo si era fermato in gola. Boreslav non se la passava meglio. La cordicella, legata anche al suo piede, gli impediva di avere pazienza. La tranquillità era ormai distrutta.

Però a volte capita che i ruoli si confondano e che le vittime si scoprano carnefici. Samara sapeva della cordicella e la guardava con amore. Sappiamo, da fonti certe, che solamente lei poteva vederla. Boreslav col tempo se la dimenticò. Samara invece no. Lei la contemplava. Rimaneva per ore a fissarla. Era contenta quando la cordicella, irrigidendosi, la legava a sé.

Un giorno Boreslav le disse: “Sai, ti vedo diversa. Non sembri più quella di prima”.
Samara guardò prima la cordicella poi lui e infine rispose: “Ti sbagli sono sempre io”.
E la corda divenne una catena.

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