Aveva una triste storia il mio vicino. Un passato fatto di droghe, violenze e crimini.
La sua vita era iniziata molto presto, quando invece di giocare a pallone giocava al fumo. Lo conoscete il gioco del fumo? È un gioco semplice semplice, lo usano gli adolescenti per iniziarsi all’arte della maturità. Si prende di nascosto del fumo, di nascosto si fa la sigaretta, e in compagnia si passa.
In questo gioco è d’obbligo raccontarsi le emozioni provate.
Le emozioni provate del mio vicino erano di color rosa.
Aveva il sorriso rosa, il mio vicino.
Gli occhi rosa.
La maglia rosa.
Parlava il rosese, il mio vicino, tutti i giorni.

Un dì arrivò l’adolescenza ribelle. E lui prese a giocare alla siringa. Lo conoscete il gioco della siringa? È un po’ più difficile del gioco del fumo, ma passata la paura del buco si procede allegramente. Si prende una siringa, riempita con il liquido in dotazione, si sceglie dove bucare, si buca. In questo gioco è d’obbligo tacere.
Il silenzio del mio vicino era di colore grigio.
Aveva il sorriso grigio, il mio vicino.
Gli occhi grigi.
La maglia grigia.
Parlava il grigiese, il mio vicino, tutti i giorni.

Quando fu più maturo prese a giocare a ‘Caccia al Tesoro’. Lo conoscete questo gioco? Occorre cercare un tesoro nascosto, magari la casa di uno sconosciuto è meglio. Le regole sono sempre le stesse, solo accorpate. In questo gioco è d’obbligo non farsi scoprire.
Il mio vicino non era molto bravo. Finiva col farsi scoprire. E quando perdeva a ‘Caccia al Tesoro’, vedeva nero.
Aveva il sorriso nero, il mio vicino.
Gli occhi neri.
La maglia nera.
Parlava il nerese, il mio vicino, tutti i giorni.